“Le voci di speranza” hanno ricordato il terremoto
‘Voci di speranza’. Dopo il silenzio della distruzione, la commemorazione del 6° anniversario del terremoto è stato affidato alle voci: del coro, delle campane, dei testimoni.
L’iniziativa che domenica ha ricordato la prima scossa del 20 maggio si è svolta, assai partecipata, a Buonacompra, individuato come luogo simbolo del sisma, con la chiesa di San Martino distrutta e il campanile demolito.
L’apertura è stata affidata ai canti del Coro della Val Padana di Casumaro. Hanno introdotto i campanari della Unione Campanari Bolognesi, che hanno suonato le campane recuperate da Sant’Agnese, messe a disposizione dai Campanari Ferraresi, e hanno dedicato un tocco ad ognuna delle vittime del terremoto.
«Abbiamo iniziato il ricordo dalle vittime perché possiamo ricostruire, ma non possiamo rendere le vite perdute, di cui però possiamo coltivare l’affettuoso ricordo – ha affermato il sindaco Fabrizio Toselli -. È importante preservare la memoria di quanto è avvenuto e continuare a ringraziare quanti ci hanno aiutato, protezione civile, forze dell’ordine e i tanti volontari che sono stati vicini alla popolazione e anche alle istituzioni, chiamate ad affrontare un evento che mai ci saremmo attesi. Di quei momenti ci auguriamo di ritrovare lo spirito di solidarietà e di fratellanza che ci ha uniti allora e ci ha consentito di essere qui dopo sei anni».
Presenti alla cerimonia anche Lorenzo Malaguti, marito di Sandra Gherardi, vittima centese del 29 maggio, e Laura Ansaloni, presidente del Comitato Emilia Vite Scosse, che ha ricordato l’importante appuntamento di sabato 26, alle 10, nella sede di Sant’Agostino Soccorso, col convegno ‘Sisma 2012… 6 anni dopo’.
È quindi stato presentato il progetto del ‘Campanile a terra’ di Buonacompra, che custodirà le campane recuperate per interessamento degli abitanti e dei campanari della Unione Campanari Bolognesi: salvarle è stato, nell’immediatezza del dramma, uno dei primi gesti di speranza per il futuro. La costruzione non solo consentirà alle campane di tornare a suonare, ma diverrà la sede di una scuola campanaria, che, come spiegato da Nicola Malaguti, si propone di «salvare una tradizione».
A chiudere il momento conviviale, tutti insieme.