CISL: settore pubblico verso lo sciopero
Contratti che attendono di essere rinnovati da almeno sei anni; riduzione delle risorse per la contrattazione integrativa; perdita di potere degli stipendi del 10% circa; 500 mila posti di lavoro persi nel pubblico impiego.
Sono alcune delle motivazioni che hanno indotto la CISL a indire lo sciopero del settore pubblico previsto per il prossimo lunedì primo dicembre: sono chiamati all’astensione dal lavoro gli insegnanti, gli operatori, medici e non, della sanità pubblica, gli addetti alla sicurezza, i ricercatori, gli universitari, solo per fare qualche esempio.
“Fino all’ultimo abbiamo sperato in un’iniziativa unitaria che coinvolgesse le tre confederazioni sindacali – spiega Claudia Canella, responsabile della funzione pubblica CISL – ma CGIL e UIL hanno preferito far confluire i temi del pubblico impiego nello sciopero generale del 12 dicembre. Il confronto con il governo, il 17 novembre, non ha dato i risultati sperati; nè li aveva dato risultati lo sciopero unitario celebrato l’8 novembre precedente”
Il punto – conclude Claudia Cannella – è che la difesa del settore pubblico non riguarda soltanto i lavoratori, ma anche e forse soprattutto i cittadini: “Penalizzare i lavoratori, in prospettiva, significa impoverire i servizi di cui usufruiscono i cittadini”.